Domanda:
Com'è possibile spiegare la diversità dei viventi e la loro adattabilità all'ambiente?
anonymous
2010-03-04 10:47:17 UTC
Com'è possibile spiegare la diversità dei viventi e la loro adattabilità all'ambiente?
Grazie per chi mi aiuta. 10 pnt assicurati
Cinque risposte:
anonymous
2010-03-04 15:10:18 UTC
Si spiega "semplicemente" con la selezione naturale, il meccanismo alla base dell'evoluzione naturale degli esseri viventi.
Selene
2010-03-04 11:36:02 UTC
Penso che sia possibile spiegarlo con il fenomeno della selezione naturale che stà alla base dei processi di evoluzione e di adattamento delle specie e quindi della biodiversità nei vari ambienti terrestri.
sfitz
2010-03-05 09:42:57 UTC
semplice: quelli che non erano adattabili sono morti tutti.

tutto quello che vedi è un fortunato caso di compatibilità dell'essere vivente con l'ambiente che lo circonda.
Michele C
2010-03-05 06:00:42 UTC
Salve, dico anche io la mia..

La selezione naturale è il vero motore dell'evoluzione, ma da sola non basta a giustificare nè la diversità, nè l'adattabilità ad un ambiente..

Stiamo parlando di viventi.. cosa avrebbe avuto da selezionare la selezione naturale (scusate il gioco di parole) in assenza di fenomeni come le mutazioni, la ricombinazione, la trasformazione, la trasduzione, la coniugazione, il crossing over, la conversione genica?

Alla base della biodiversità c'è LA VARIABILITA' GENETICA. La Natura si limita poi solo a selezionare positivamente o negativamente determinati genotipi che sono responsabili di caratteristiche fenotipiche particolari, ovvero le più adatte in un determinato momento (selezione positiva). Tali caratteristiche forniscono un'elevata fitness all'individuo che si riproduce con successo e trasmette la nuova combinazione genica che ha precedentemente acquisito.

Dunque alla base della diversità ci sono fenomeni come le mutazioni delle cellule germinali ( se si tratta di organismi che si riproducono sessualmente, di genoma batterico nel caso di batteri o m.o. unicell.), oppure la trasformazione di una cellula batterica con DNA esogeno, per es...(si pensi a un batterio che viene trasformato con un plasmide che porta il gene per la resistenza alla streptomicina.. la streptomicina stessa è l'agente selettivo che selezionerà le cellule resistenti).

Altro aspetto non trascurabile è il tipo di riproduzione che adottano gli organismi e il fenomeno della ricombinazione omologa (in primis il crossing over meiotico). Gli organismi a riproduzione asessuata si "riproducono" per mitosi (o fenomeni analoghi come gemmazione, ecc) ecc. che prevedono una progenie fatta di cloni dell'originale. In assenza di mutazioni, tali organismi sono identici e non c'è nulla da selezionare! Tale tipo di riproduzione è ottima se l'ambiente circostante rimane immutato nel tempo e non ci sono spinte selettive nuove. Ovvero un organismo ben adattato all'ambiente produce cloni che saranno altrettanto ben adattati.

Negli eucarioti superiori a riproduzione sessuata (ma analogamente anche in alcuni funghi monocellulari a ciclo sia aploide che diploide) la possibilità di effettuare la meiosi aumenta di molto la variabilità genetica degli organismi. Durante la profaseI della meiosi, avviene il fenomeno del crossing over, il quale prevede lo scambio di DNA tra sequenze omologhe del DNA (cromatidi non fratelli di una tetrade, composta ognuna da due cromosomi omologhi duplicati). Ciò aumenta la variabilità genetica in quanto i successivi gameti che si formeranno non saranno uguali tra loro! A questo si aggiunge la disposizione casuale degli omologhi sulla piastra metafasica e il fatto che solo uno tra i tanti gameti femminili verrà fecondato da uno dei tanti gameti maschili. Ciò permette a questi individui di generare prole con alta variabilità. Tra loro, sarà piu' probabile che ci sia uno con maggiore adattabilità all'ambiente rispetto ai genitori. Dunque questo tipo di riproduzione è favorita se l'ambiente cambia la sua spinta selettiva. Se a questo poi aggiungiamo le mutazioni, la selezione naturale puo' davvero operare: la storia evolutiva di noi vertebrati ( e non solo ) si basa proprio sulla comparsa di mutazioni vantaggiose che sono state selezionate positivamente (ma anche casualmente a volte). In particolare, gli organismi diploidi e poliploidi in generale, hanno maggiore possibilità di adattarsi all'ambiente anche perchè riescono anche ad ammortizzare bene le mutazioni negative (alleli recessivi sono mascherati dai dominanti, uno per ogni omologo che nei diploidi sono 2); riescono poi, come già detto, ad aumentare naturalmente la variabilità.



Per concludere: la mutazione e le fonti di variabilità sono la CAUSE della biodiversità, mentre la selezione (naturale o casuale o artificiale) è il motore dell'evoluzione, è LA FORZA EVOLUTIVA che permette il manifestarsi di una condizione genetica favorevole o sfavorevole già presente nell'individuo.
Viola
2010-03-04 13:46:51 UTC
Durante il corso dei secoli i vari organismi si sono adattati morfologicamente e fisiologicamente ai diversi ambienti, differenziando "strutture" che gli hanno permesso di sopravvivere anche in quelli più ostili. Vi è stata, quindi, una selezione naturale delle specie e un adattamento alle condizioni di cui ogni ecosistema è caratterizzato.

Molto in sintesi! :))


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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